Atlanta si e’ trasformata nei primi mesi del 2012 in un teatro per eventi dedicati al mandala. E per circostanze fortunate, fortuite, destino, caso, o sincronie io ero li’. Un evento organizzato per le diplomate nel Mandala Certificate Programme di Susanne Fincher si e’ intrecciato con tre mostre sul tema del mandala e con la possibilita’ di ascoltare una “lecture” sul Liber Novus, il Libro Rosso di C. Jung. La mostra organizzata dall’Emory Museum della omonima universita’ ha avuto per protagonista il mandala tibetano tradizionale. “Mandala Sacred circle in Tibetan Buddhism” esponeva alcuni pezzi per esplorare le funzioni del mandala e la relazione esistente tra questo e la realta’ fisica. Ciascun pezzo si lasciava studiare e guardare per vedere non solo opera d’arte ma una cultura, un modo di esprimere la concezione del mondo, dell’Universo e il legame tra i due. Di piu’, c’era la sensazione di entrare in una bellezza senza tempo, in una dimensione di dedizione, pazienza e speculazione mentale e filosofica… c’era tutto questo tra quelle tele antiche, quei simboli eterni, uguali e diversi, quei colori che il tempo non ha sbiadito abbastanza da far perdere loro la potenza suggestive e guaritrice. I mandala non si potevano fotografare, il divieto lo si capisce benissimo e’ culturale. Mettere in mostra delle reliquie e’ impegnativo. Svelare immagini segrete, codici che solo gli adepti riescono a decifrare e’ una scommessa… ci sono tre livelli di lettura del mandala uno esterno, uno interno e uno segreto. Ci fermiamo al primo livello. Quello esterno, quello estetico, legato al gusto della precisione, della miniatura, della lettura artistica e simbolica piu’ semplice. Il mandala in mostra si e’ trasformato in un ponte tra il mondo fisico e quello superiore, in un elemento di unione e di rappresentazione. In uno strumento didattico per insegnare la vita, la bellezza, la strada della conoscenza, per fare vedere che c’e’ una possibilita’ o forse mille. Tanto basta. Il resto lo lasciamo al nostro sentire. ![]() Il lavoro multimediale e contemporane e’ stato accompagnato dalla piu’ antica tradizione. Forse uno dei momenti piu’ emozionanti per me perche' uno spazio della sala era dedicato ai monaci tibetani che hanno spiegato e creato insieme agli studenti della facolta’ di arte un mandala tradizionale con le sabbie. Mi sono unita a loro per questa esperienza unica e molto toccante. L’evento “personale” “Illuminating the Expanding Circle: A Gathering of Graduates of Mandala: Holistic Reflection of the Self” riguarda un progetto che ho portato avanti con due mie colleghe diplomate nel 2010 al Mandala Program Certificate. Insieme abbiamo lavorato per un anno e mezzo su un testo di Susanne Fincher e lo abbiamo presentato al circolo di esperte diplomate con il metodo della stessa Susanne e la partecipazione di Marilyn Clark con cui abbiamo approfondito il tema dell’importanza della musica come accompagnamento nella ricerca e sperimentazione del mandala. Il nostro progetto Illuminating the Expanding Circle era basato sulla condivisione di uno stesso percorso tematico ma con la rappresentazione e interpretazione di mandala personali. I risultati sono stati condivisi e nello stesso tempo abbiamo enunciato proposte e spiegato metodologie e nuovi approcci al mandala. La nostra esperienza con Susanne si e’ arricchita con la possibilita’ di visitare insieme la terza mostra “The Sacred Round ~ Mandala by the Patients of Carl Jung” organizzata presso la Olethorpe University con la collaborazione della Junghian Association of Atlanta dove per la prima volta sono state esposte alcune pagine del libro tratto dagli appunti di Madame X e quelli di altri pazienti di Jung. Una visita arricchente sia per gli spunti di riflessione sia per la possibilita’ di vedere dal vivo una serie di immagini entrate quasi nel mito della letteratura scientifica sul mandala. Visita conclusa con la “lettura” del Liber Novus meglio conosciuto come il Libro Rosso di Jung. Un evento nell’evento in cui Susanne Fincher con la consueta maestria e capacita’ di tradurre in modo semplici mondi complessi ci ha accompagnate nella lettura e nel “mondo mentale” nascosto tra le pagine di queste immagini e di questi colori. Siamo entrate con lei, approfittando della sua guida, nei meandri del mandala, dei simboli e delle forme aprendo nuove piste e rispondendo a nuove curiosita’. Abbiamo scoperto significati e posto nuove domande, punti interrogative che ci hanno lasciato la voglia di studiare ancora e vedere dove ci portera’ il mandala. Intanto e’ stato un momento molto emozionante e ringrazio tutte le mie colleghe per avermi dato questa bella opportunita’ di condividere e ampliare la mia visione sul mandala. Marilyn Clark per la sua capacita’ di trovare sempre la nota giusta, perche’ a volte basta solo una nota per far iniziare una sinfonia nell’anima. E un grazie a Susanne Fincher perche’ ogni volta la sua sapienza e’ condivisa con generosita’, pazienza e ironia. |
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